Linfoma Diffuso a Grandi Cellule B
Lo strumento Mi dica!_MAPPE consente di avere una visione d’insieme delle tappe che caratterizzano il percorso terapeutico del Linfoma Diffuso a Grandi Cellule B.
Navigando nella mappa puoi orientarti dal momento della diagnosi, fino alla valutazione da parte dei medici della terapia più idonea, e conoscere le opzioni terapeutiche.
Cliccando con il mouse su ciascuno snodo del percorso, potrai visualizzare una breve e chiara descrizione.
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In caso di DLBCL, i sintomi più comuni che possono essere avvertiti sono:
- febbricola
- perdita di peso inspiegabile
- elevata sudorazione notturna non legata al clima caldo
- ingrossamento dei linfonodi
Per poter accertare la presenza della malattia il medico può utilizzare diversi esami e test, tra cui:
- esame fisico
- biopsia
- esami del sangue
- diagnostica per immagini
Il medico, attraverso l’utilizzo di scale di valutazione appropriate, può analizzare lo stato e la gravità della malattia per definire il percorso di cura più appropriato.
In base alle caratteristiche e alla gravità del tumore, all’età e alla presenza di altre patologie nel paziente, il medico prescrive il trattamento farmacologico con cui iniziare la terapia, a cui può essere aggiunta eventualmente la radioterapia.
- Nei pazienti con malattia allo stadio non avanzato, la terapia iniziale è costituita da una combinazione di farmaci biologici con chemioterapici tradizionali ed eventuale radioterapia.
- Nei pazienti fragili o di età superiore agli 80 anni, il medico può valutare di modificare questo regime farmacologico.
La risposta al trattamento di prima linea viene valutata attraverso:
- esame fisico
- esami del sangue
- diagnostica per immagini
Il percorso terapeutico del paziente prosegue in base al tipo di risposta osservata, che può essere completa, parziale o assente.
Se la risposta alla terapia è stata completa il paziente andrà in follow up:
- per i primi 2 anni visite periodiche ogni 3 mesi
- per i successivi 5 anni visite periodiche ogni 6 mesi
- a seguire visite annuali
Durante le visite il paziente viene sottoposto a esame fisico e analisi del sangue per controllare che il tumore non si ripresenti. Il medico potrebbe valutare la possibilità di ricorrere anche alla diagnostica per immagini.
Se la risposta alla terapia è stata parziale o nulla, o se la malattia si ripresenta dopo iniziale risposta completa, il medico valuterà quale nuova terapia utilizzare per ottenere una risposta contro il tumore.
- Nei pazienti con malattia allo stadio avanzato, viene utilizzato un regime terapeutico formato da un anticorpo monoclonale associato a diverse combinazioni di farmaci chemioterapici tradizionali scelti in base alle caratteristiche del paziente, del tumore e alla loro tossicità.
- Nei pazienti più anziani e/o fragili viene solitamente utilizzato un regime terapeutico meno intenso che tiene in considerazione età e patologie concomitanti del paziente.
La risposta al trattamento di prima linea viene valutata attraverso:
- esame fisico
- esami del sangue
- diagnostica per immagini
Il percorso terapeutico del paziente prosegue in base al tipo di risposta osservata, che può essere completa, parziale o assente.
Se la risposta alla terapia è stata completa il paziente andrà in follow up:
- per i primi 2 anni visite periodiche ogni 3 mesi
- per i successivi 5 anni visite periodiche ogni 6 mesi
- a seguire visite annuali
Durante le visite il paziente viene sottoposto a esame fisico e analisi del sangue per controllare che il tumore non si ripresenti. Il medico potrebbe valutare la possibilità di ricorrere anche alla diagnostica per immagini.
La terapia di seconda linea viene scelta in base a:
- età
- comorbidità
- mancata risposta alla chemioterapia iniziale
- idoneità al trapianto autologo di cellule staminali da midollo osseo, che tiene conto di diversi criteri quali: età non avanzata (< 70-75 anni), funzionalità d’organo adeguata (epatica, renale, cardiaca, respiratoria), assenza di infezioni attive, assenza di gravidanza in atto.
- idoneità alla somministrazione di CAR-T, che tiene conto di età, funzionalità d'organo e caratteristiche del tumore.
I pazienti candidabili al trapianto vengono trattati con la terapia di seconda linea, quasi sempre costituita da immunochemioterapia. Se con essa si ottiene una risposta completa allora vengono raccolte le cellule staminali autologhe (dal paziente stesso). La procedura di raccolta al giorno d’oggi viene effettuata prelevando le cellule dal sangue periferico del paziente stesso e successivamente crioconservate (a temperature molto basse). A tale scopo non è necessario alcun intervento chirurgico di espianto.
I pazienti che hanno risposto bene alla seconda linea e che hanno raccolto le cellule staminali autologhe verranno successivamente ricoverati per il trapianto autologo. Tale procedura comprende un ricovero di circa 25 giorni durante il quale si somministra una combinazione di farmaci chemioterapici ad alte dosi, seguita dalla reinfusione delle cellule staminali autologhe raccolte in precedenza.
Se dopo l’autotrapianto si conferma la risposta completa il paziente andrà in follow up:
- per i primi 2 anni visite periodiche ogni 3 mesi
- per i successivi 5 anni visite periodiche ogni 6 mesi
- in seguito visite annuali
Durante le visite il paziente viene sottoposto a esame fisico e analisi del sangue per controllare che il tumore non si ripresenti. Il medico potrebbe valutare la possibilità di ricorrere anche alla diagnostica per immagini.
Come tutte le procedure mediche, anche il trapianto di midollo osseo non è privo di rischi ed effetti collaterali, tra i quali ad esempio vi sono le infezioni e le emorragie. Inoltre, il trapianto è preceduto da una terapia molto intensiva. Per questo motivo, i pazienti con età avanzata, patologie concomitanti o funzionalità d’organo non adeguata non possono ricevere questo trattamento in quanto è probabile che il loro fisico farebbe fatica a sopportarlo.
Inoltre il trapianto autologo non è indicato nei pazienti che purtroppo risultano resistenti alla terapia di seconda linea.
Anche le CAR-T possono causare importanti effetti collaterali anche gravi e, per questi rischi, non tutti i pazienti sono candidabili a tale trattamento.
Nei pazienti non candidabili a trapianto di cellule staminali, a seconda delle caratteristiche del paziente, il medico deciderà il trattamento più adeguato tra i seguenti:
- immunoterapia
- alcuni regimi immunochemioterapici
- terapia palliativa
- inserimento in uno studio clinico
Se la risposta alla terapia è stata completa il paziente andrà in follow up:
- per i primi 2 anni visite periodiche ogni 3 mesi
- per i successivi 5 anni visite periodiche ogni 6 mesi
- in seguito visite annuali
Durante le visite il paziente viene sottoposto a esame fisico e analisi del sangue per controllare che il tumore non si ripresenti. Il medico potrebbe valutare la possibilità di ricorrere anche alla diagnostica per immagini.
Se il paziente soddisfa requisiti stabiliti il medico potrebbe indirizzarlo verso la nuova terapia cellulare con CAR-T, effettuabile presso un centro di riferimento.
Dal sangue del paziente vengono prelevati i linfociti tramite una procedura di raccolta simile a quella delle cellule staminali. I linfociti così ottenuti vengono modificati e potenziati in laboratorio, rendendoli in grado di riconoscere ed eliminare in modo selettivo le cellule tumorali.
Il paziente viene sottoposto dapprima ad una chemioterapia preparatoria per aumentare l’efficacia e la persistenza nell’organismo della CAR-T. Una volta completata tale chemioterapia, dopo qualche giorno vengono infusi i linfociti precedentemente modificati, che adesso prendono il nome di CAR-T. Successivamente il paziente resterà ricoverato per monitorare eventuali effetti collaterali delle CAR-T. Superata questa fase il paziente viene dimesso.
Se la risposta alla terapia è stata completa il paziente andrà in follow up:
- per i primi 2 anni visite periodiche ogni 3 mesi
- per i successivi 5 anni visite periodiche ogni 6 mesi
- in seguito visite annuali
Durante le visite il paziente viene sottoposto a esame fisico e analisi del sangue per controllare che il tumore non si ripresenti. Il medico potrebbe valutare la possibilità di ricorrere anche alla diagnostica per immagini.
Se la risposta alla terapia è stata nuovamente parziale o nulla, allora il medico valuterà quale ulteriore trattamento prendere in considerazione per ottenere una risposta contro il tumore.
Nel caso il paziente non avesse già ricevuto una terapia con CAR-T in precedenza, il medico valuterà se il paziente può essere candidabile o meno a questo tipo di trattamento.
Se il paziente soddisfa i requisiti stabiliti, il medico potrebbe indirizzarlo verso la nuova terapia cellulare con CAR-T, effettuabile presso un centro di riferimento.
Dal sangue del paziente vengono prelevati i linfociti tramite una procedura di raccolta simile a quella delle cellule staminali. I linfociti così ottenuti vengono modificati e potenziati in laboratorio, rendendoli in grado di riconoscere ed eliminare in modo selettivo le cellule tumorali.
Il paziente viene sottoposto dapprima ad una chemioterapia preparatoria per aumentare l’efficacia e la persistenza nell’organismo della CAR-T. Una volta completata tale chemioterapia, dopo qualche giorno vengono infusi i linfociti precedentemente modificati, che adesso prendono il nome di CAR-T. Successivamente il paziente resterà ricoverato per monitorare eventuali effetti collaterali delle CAR-T. Superata questa fase il paziente viene dimesso.
Se la risposta alla terapia è stata completa il paziente andrà in follow up:
- per i primi 2 anni visite periodiche ogni 3 mesi
- per i successivi 5 anni visite periodiche ogni 6 mesi
- in seguito visite annuali
Durante le visite il paziente viene sottoposto a esame fisico e analisi del sangue per controllare che il tumore non si ripresenti. Il medico potrebbe valutare la possibilità di ricorrere anche alla diagnostica per immagini.
Analogamente all’autotrapianto, anche le CAR-T possono causare importanti effetti collaterali anche gravi e, per questi rischi, non tutti i pazienti sono candidabili a tale trattamento. In questi casi il medico potrà scegliere di somministrare una combinazione di farmaci immunoterapici e/o chemioterapici, farmaci biologici, anticorpi bispecifici oppure delle terapie palliative.
Se la risposta alla terapia è stata completa il paziente andrà in follow up:
- per i primi 2 anni visite periodiche ogni 3 mesi
- per i successivi 5 anni visite periodiche ogni 6 mesi
- in seguito visite annuali
Durante le visite il paziente viene sottoposto a esame fisico e analisi del sangue per controllare che il tumore non si ripresenti. Il medico potrebbe valutare la possibilità di ricorrere anche alla diagnostica per immagini.